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Come le fake news ingannano il cervello

Scritto da: redazione
24 Marzo 2025
fake news
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Le notizie false, spesso definite fake news, possono sembrare semplici invenzioni prive di conseguenze. In realtà, tali contenuti alterati si diffondono rapidamente e riescono a mettere radici profonde nella nostra mente.

Esiste una serie di motivi psicologici e sociali che consentono a queste informazioni distorte di sedurci, generando confusione e provocando giudizi errati. Il cervello, nella sua complessità, risponde agli stimoli emotivi con grande prontezza e, a volte, basta poco perché si crei un convincimento difficile da scardinare.

Come riconosciamo (o ignoriamo) i segnali di falsità

Nel momento in cui ci imbattiamo in una notizia inattesa, la nostra mente compie una rapida valutazione per stabilire se possiamo fidarci o meno. Alcuni individui si sentono subito allarmati e cercano riscontri oggettivi, mentre altri tendono ad accettare con facilità ciò che leggono, specie se in linea con i propri pensieri. Questa reazione si basa su un principio di coerenza interna: ci risulta più confortevole assorbire informazioni che confermano le convinzioni già acquisite.

Quando siamo esposti a contenuti distorti ripetutamente, corriamo il rischio di prendere per autentico ciò che, a un’analisi attenta, rivela una palese mancanza di fonti affidabili. A volte, i titoli sono così accattivanti da catturare la nostra attenzione immediata e, in assenza di verifiche, la falsa notizia penetra nei nostri ragionamenti quotidiani.

Un altro elemento significativo è rappresentato dall’urgenza emotiva: se un’informazione suscita forti reazioni sentimentali, risulta più probabile che la mente abbassi le difese critiche e finisca per accoglierla come verità.

Bias cognitivi e convenienza nel credere a una bugia

Il cervello, per funzionare in modo efficiente, fa uso di scorciatoie mentali che permettono di risparmiare energia e rispondere in fretta alle situazioni. Queste scorciatoie, note come bias cognitivi, possono però trasformarsi in trappole quando vengono sfruttate da chi vuole diffondere notizie non veritiere.

Uno dei bias più pericolosi è il cosiddetto bias di conferma: tendiamo a prestare attenzione ai fatti che confermano le nostre idee, trascurando ogni elemento che potrebbe contraddirle. Un altro meccanismo, meno conosciuto ma altrettanto insidioso, è l’illusione di verità, per la quale, ripetendo più volte un messaggio, si induce nell’ascoltatore la percezione che quel messaggio sia genuino.

Di fronte a una bugia che sostiene i nostri punti di vista, la mente tende a proteggere le proprie convinzioni: persino una prova contrastante, in determinate circostanze, rischia di non essere sufficiente a smantellare la falsa credenza.

Il ruolo delle emozioni nella diffusione delle notizie false

Le emozioni guidano molte delle nostre decisioni e influenzano la valutazione che diamo a ciò che leggiamo o ascoltiamo. Gioia, rabbia, paura: ogni stato d’animo contribuisce a plasmare la nostra percezione della realtà. Quando una notizia falsa risveglia sentimenti forti, la mente tende a reagire con meno razionalità, lasciando spazio a idee che, a un esame più calmo e distaccato, potremmo identificare come ingannevoli.

Ciò accade anche perché la mente ama le narrazioni appassionanti: è attratta da storie con personaggi positivi e negativi, da episodi che suscitano stupore o indignazione. Le fake news, spesso redatte con toni sensazionali, sfruttano questa predisposizione, confezionando messaggi capaci di generare entusiasmo o timore. In queste circostanze, l’analisi critica finisce in secondo piano, poiché l’immaginazione corre veloce e la necessità di confermare i fatti diventa meno pressante.

Conseguenze sul comportamento e distorsioni della realtà

Quando si consolidano convinzioni basate su notizie ingannevoli, i riflessi sulla vita quotidiana possono essere significativi. Le scelte politiche, economiche e persino sociali possono essere plasmate da percezioni distorte, con risvolti che ricadono sulla comunità intera.

Accade, ad esempio, che interi gruppi di persone credano a teorie del complotto, alimentando un senso di sfiducia generalizzata verso chiunque la pensi diversamente. Tale stato di cose rende più complicato instaurare dialoghi costruttivi, poiché ciascuno rimane ancorato alla propria versione dei fatti. Il risultato è una polarizzazione marcata, in cui la verità finisce per soffocare sotto strati di menzogne ben orchestrate.

Come difendersi dalle trappole della disinformazione

Prendere consapevolezza dei meccanismi mentali che facilitano la diffusione di notizie alterate costituisce il primo passo per difendersi. Occorre sviluppare un atteggiamento critico, facendo domande precise: chi è la fonte di questa informazione? Esistono elementi concreti per verificarla? Quali interessi potrebbero esserci dietro la diffusione di una certa voce?

Un’altra risorsa consiste nell’imparare a distinguere fatti da opinioni. Quando leggiamo un articolo o seguiamo un video, è utile chiedersi se quanto viene affermato sia sostenuto da dati oggettivi. Inoltre, vale la pena coltivare abitudini salutari per la nostra informazione: consultare più fonti, frequentare siti di debunking e confrontarsi con persone che sostengono punti di vista differenti. Questi semplici passi contribuiscono a indebolire il potere delle fake news e a rendere la mente più elastica.

Guardare oltre i titoli sensazionali

Le fake news sfruttano spesso titoli eclatanti, che mirano a sollecitare stupore o indignazione in chi legge. Fermarsi a queste poche parole, senza analizzare i contenuti, rappresenta un’abitudine comune, soprattutto in un’epoca in cui la velocità delle informazioni supera la nostra capacità di controllo.

È consigliabile, invece, dedicare tempo alla lettura integrale di un contenuto e chiedersi se sussistano elementi che ne confermino l’autenticità. Un titolo che cerca disperatamente di attirare l’attenzione può nascondere testi con frasi ambigue, statistiche truccate o citazioni inesistenti. Più siamo consapevoli di queste tecniche, minore sarà la probabilità di cadere nel tranello di chi sfrutta la nostra curiosità.

L’importanza di una cultura condivisa

Per arginare la forza delle notizie ingannevoli, risulta preziosa una comunità che promuova l’educazione alla ricerca di fonti sicure e trasparenti. È fondamentale avviare iniziative di formazione sin dall’età scolare, incoraggiando bambini e ragazzi a utilizzare strumenti digitali in modo consapevole. Investire nella corretta informazione significa anche stimolare la condivisione di metodi per distinguere un contenuto creato in buona fede da uno finalizzato a confondere il lettore.

Inoltre, uno scambio aperto fra generazioni può favorire un clima di confronto sereno: i più giovani, che spesso padroneggiano le tecnologie con disinvoltura, e le persone più adulte, che vantano un bagaglio d’esperienza considerevole, possono collaborare e aiutarsi reciprocamente. In questo modo, la disinformazione perde potere, poiché si crea uno spazio in cui il dialogo prevale sulla manipolazione.

Mind 244

Per chi desidera approfondire l’argomento, il numero 244 di Mind, disponibile in edicola dal 22 marzo 2025, dedica l’articolo di apertura proprio alle fake news, evidenziando come il cervello finisca facilmente vittima di notizie tendenziose.

Nelle pagine della rivista si potranno trovare spunti di riflessione e consigli pratici per agire in modo più consapevole, riscoprendo il piacere di un’informazione affidabile e alla portata di tutti.

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