Un nuovo volume dedicato alle preparazioni tramandate di generazione in generazione è pronto a incuriosire chi apprezza la cucina italiana più autentica. Il Mattino annuncia l’uscita di Le Ricette delle Nonne, cento ricette da non dimenticare, progetto editoriale curato con attenzione per offrire uno sguardo sulle tradizioni culinarie del passato. Dal 31 marzo, il volume sarà disponibile in edicola in abbinamento al quotidiano, al prezzo di 3,80 euro.
Secondo gli autori, l’opera intende rievocare odori e sapori legati alla memoria collettiva, con riferimento ai piatti che caratterizzavano la quotidianità delle famiglie contadine. In particolare, si sottolinea che chi ha meno di quarant’anni potrebbe far riferimento, più propriamente, alle bisnonne, poiché i ricordi di un tempo così lontano restano custoditi in un orizzonte familiare ancora precedente.
È un modo per recuperare l’eredità gastronomica di chi ha vissuto e lavorato nelle campagne, fornendo un contributo fondamentale al progresso industriale italiano descritto da Pier Paolo Pasolini.
Un progetto editoriale dedicato alle tradizioni culinarie
L’iniziativa editoriale raccoglie storie e usanze che rischiavano di scomparire, ma che in realtà rivelano i fondamenti di un modo di vivere più sostenibile. Nel volume sono selezionate cento preparazioni, una raccolta di antichi gesti trasformati in ricette essenziali, nate dalla necessità di adattarsi ai prodotti disponibili e di evitare qualsiasi spreco.
La raccolta si propone di restituire, a chiunque voglia sperimentare la cucina di una volta, quella sensazione di genuinità associata alla civiltà contadina. Ogni piatto diventa testimonianza: basta osservare gli ingredienti per notare l’equilibrio tra verdure, cereali, proteine animali usate con misura e spezie che esaltano il gusto.
L’eredità gastronomica delle terre campane
La Campania offre un vasto patrimonio di ricette che si trovano ancora nei borghi dell’entroterra. Sono ricette custodite da persone che hanno appreso, spesso in famiglia, il modo corretto di trasformare i doni della terra in pietanze ricche di sapore. Gli ideatori del volume affermano che in questi luoghi si possono ammirare vere “biblioteche culinarie” viventi, dove la cucina tradizionale non è una reliquia, bensì una pratica ancora vitale.
Tra i capitoli del testo compare una serie di piatti riconducibili allo stile alimentare teorizzato dal biologo Ancel Keys, che trascorse molti anni nel Cilento. Viene enfatizzata l’importanza di ortaggi, legumi, cereali, carni leggere e pesce, associata alla scelta di rispettare le stagioni e di evitare eccessi.
Valori nutrizionali e rispetto per le stagioni
Dietro la lista degli ingredienti si cela una filosofia di vita in cui risparmio e armonia con la natura giocano un ruolo decisivo. Gli autori spiegano che, nei periodi di festa, i contadini si concedevano tagli di carne come agnello o maiale, mentre nelle giornate ordinarie prevalevano piatti unici a base di legumi e verdure. Cotture lunghe e fuochi bassi consentivano di occuparsi di altre mansioni, garantendo al cibo i giusti tempi di preparazione.
Questo approccio, lontano dalle ossessioni alimentari moderne, suggerisce una concezione dell’alimentazione come gesto conviviale ed equilibrato. Si segnala che gli agriturismi, in un certo senso, portano avanti questa eredità, un po’ come avvenne nei monasteri medievali, in cui fu preservata parte della cultura antica.
L’anima rurale ancora viva negli agriturismi
Molte strutture di campagna sono paragonate a luoghi di conservazione di saperi e mestieri. Gestori e cuoche locali preparano pietanze d’altri tempi, che i visitatori possono assaggiare dal vivo oppure rifare a casa, seguendo le indicazioni offerte nel ricettario. L’intento è dare nuova vita a ingredienti conosciuti da secoli, esaltandone le proprietà e la storia.
Molti dei piatti selezionati sono vere sintesi di sostanza e semplicità. Raccontano di una civiltà che apprezzava sapori genuini e ritmi naturali, un patrimonio che ha nutrito generazioni per secoli. Oggi, in un contesto segnato dalla frenesia dei grandi centri urbani, è in atto un rinnovato desiderio di tornare a modelli più vicini alla condivisione familiare.
Un volume da non perdere
Gli autori evidenziano come la pubblicazione, articolata in ricette immediate da provare, rappresenti solo un piccolo assaggio della grande varietà di piatti tramandati nel tempo. L’opera include anche riflessioni sulla progressiva perdita di centralità che la città ha avuto di recente, con alcune persone che hanno scelto di ritirarsi nei luoghi d’origine, ritenuti più accoglienti nei momenti di difficoltà.
Questo ricettario, oltre a regalare piacere e benessere, punta a riscoprire un modo di cucinare che rispetta sapori antichi e coltiva l’idea di una tavola ospitale, dove la condivisione alimenta sentimenti di autentica convivialità.