Dove affonda le radici la voce di Francesco quando invita l’umanità a non perdere la speranza? La risposta si trova nelle pagine di LIFE, la sua autobiografia, che il Corriere della Sera porta oggi in edicola.
Il Pontefice apre senza riserve il baule dei ricordi: racconta strade polverose di Buenos Aires, scuole gesuitiche, ciminiere di un mondo industriale che cambiava e, sopra ogni cosa, descrive il lento formarsi di uno sguardo capace di abbracciare il dolore e di riconoscere la bellezza nascosta nei giorni ordinari.
Chi sfoglia il libro intraprende un viaggio che unisce la storia personale di Jorge Mario Bergoglio agli eventi che hanno segnato gli ultimi ottant’anni, scoprendo quanto la Storia con la “S” maiuscola possa incidere su ogni scelta individuale.
Ottant’anni attraversati da una sola parola: misericordia
Il racconto comincia nel 1939, quando il futuro Papa ha poco più di due anni e il rullare dei tamburi annuncia l’inizio della Seconda guerra mondiale. Da quel punto la narrazione procede come un grande affresco: dittature, carestie, conquiste spaziali, cadute di confini, fino alle pagine più recenti dominate dalla pandemia.
Ciò che sorprende non è l’elenco puntuale dei fatti, bensì lo sguardo misericordioso con cui l’autore li ripercorre. Ogni avvenimento viene messo in dialogo con decisioni personali: la scelta del sacerdozio, lo studio della chimica, gli anni di rettorato, l’elezione al soglio di Pietro.
Il risultato è un filo continuo che avvicina eventi planetari alla vita di un singolo, ricordando a chi legge che la storia collettiva si forma sempre grazie a milioni di storie individuali.
La memoria come bussola per il presente
“Possiamo rileggere la storia della nostra vita per fare memoria e trasmettere qualcosa a chi ci ascolta”, afferma Francesco in una delle pagine più toccanti. Per lui ricordare non equivale a restare fermi tra le ombre del passato, ma significa discernere ciò che edifica e ciò che ferisce, per poi proseguire con passo più sicuro.
La memoria diventa dunque bussola; riportare alla luce lo sterminio di interi popoli, le persecuzioni religiose, le lacerazioni sociali serve a evitare che l’umanità ripeta le stesse colpe.
Non si tratta di un esercizio astratto: in ogni capitolo il Pontefice indica episodi concreti – una carezza data a un detenuto, la fatica di un’operaia, il pianto di una madre davanti a una frontiera – mostrando come la carità possa nascere da un ricordo custodito con gratitudine.
Un invito rivolto alle nuove generazioni
LIFE vede la luce, scrive l’autore, perché soprattutto i più giovani possano ascoltare la voce di un anziano. Il volume, in effetti, parla a chi non ha vissuto i grandi conflitti del Novecento e rischia di considerarli argomenti da manuale.
Attraverso un linguaggio semplice, Bergoglio ricorda che dietro ogni data si nascondono volti concreti: soldati partiti senza fare ritorno, bambini privi di patria, famiglie spezzate dall’odio. Ai lettori più giovani viene chiesto di diventare custodi di queste storie, di trasformarle in gesti quotidiani di fraternità, perché, avverte il Papa, l’amore resta il solo argine capace di fermare la violenza.
Una narrazione limpida, ricca di immagini
Chi conosce il magistero di Francesco ritroverà lo stesso timbro: parole comprensibili e al tempo stesso dense di significato. Il testo alterna periodi brevi, incisivi, a frasi più ampie che permettono di approfondire concetti spirituali e sociali.
Il Pontefice evita formule astratte, preferendo immagini quotidiane. La prosa fa emergere una verità semplice: dietro la veste pontificia c’è un uomo segnato da lacrime e sorrisi, un uomo che ha imparato a mettere in dialogo ragione e fede, senza imbarazzi e senza distanze.
Come e perché procurarsi il volume
Il libro, presentato in una raffinata veste grafica, può essere acquistato in edicola con il Corriere della Sera oppure ordinato online attraverso i consueti canali del quotidiano. Sceglierlo significa regalarsi una lettura che illumina, capace di interpellare credenti e non credenti.
Significa anche accogliere un invito concreto: raccogliere i propri ricordi, selezionarli, riconoscere gli errori, ringraziare per i doni ricevuti e poi ripartire con rinnovato slancio. In un tempo frenetico, LIFE ricorda che la conoscenza di sé è il primo passo per cambiare la realtà che ci circonda.
Francesco chiude il volume con una certezza: per imparare a vivere, tutti noi dobbiamo imparare ad amare. Sul tavolo resta aperto il suo album di famiglia, e accanto vi si posa il nostro. Il compito ora passa a chi legge: trovare il coraggio di rileggere la propria storia, per trasformarla in un dono destinato a chi verrà dopo di noi.
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