Alice Guerra torna a sorprendere con una storia che mescola sapientemente ironia, sentimenti e indagini non proprio ortodosse. Il suo nuovo romanzo, intitolato Non chiamatemi Jessica Fletcher, catapulta i lettori in una Mestre viva e brulicante di piccoli misteri. Proprio in questa città, dove i vicini si salutano ancora per strada ma certe volte finiscono per nascondere segreti stravaganti, si verificano sottrazioni di oggetti di ogni genere.
Alcuni episodi risultano perfino surreali, come un primo furto sconvolgente che coinvolge acrobati ungheresi e monaci tibetani, pronto a mandare in frantumi ogni quiete collettiva. In mezzo a questa catena di situazioni imprevedibili, Alice Guerra si ritrova invocata da tutti come detective di fiducia, anche se la sua unica aspirazione, almeno all’inizio, è starsene sul divano in compagnia di se stessa.
La protagonista, influencer mestrina con un recente passato da investigatrice improvvisata, non desidera ricalcare i passi della sua eroina Jessica Fletcher. Anzi, il suo umore è piuttosto cupo. Eppure, l’arrivo di un’amica d’infanzia in crisi la costringe a rimettere tutto in discussione.
Accanto a lei compare infatti Vespasiana, ex migliore amica abbandonata da una popstar famosa, che piomba nella vita di Alice alla ricerca di conforto. Da quel momento, la quiete della protagonista va in frantumi, spazzata via da chiamate concitate e appelli disperati per risolvere i furti che dilagano in città.
Amicizie in bilico e sottrazioni misteriose
Le prime domande affiorano in modo insistente: perché mai qualcuno dovrebbe prendere di mira oggetti che, al di là del valore sentimentale, non garantirebbero un grande ricavo? E come mai gli abitanti di Mestre, compresa la zia Rosanna, vengono colpiti da questo fenomeno ripetuto?
Il commissario Salvatore Lo Cascio, con i capelli sempre più fuori controllo, tenta di tenere a bada la mole di telefonate. Nel frattempo, persino il più piccolo furto mette in agitazione l’intera collettività, generando pettegolezzi e preoccupazioni diffuse.
Alice, benché scoraggiata dall’idea di diventare detective suo malgrado, sente di non poter tirarsi indietro. In fondo, conosce bene il dispiacere che nasce dal perdere ciò a cui si tiene di più, sia che si tratti di un legame, di un’amica che ritorna in un momento complicato o di un semplice pacco di biscotti.
Una commedia dal tocco brillante e un giallo ricco di colpi inaspettati
Non chiamatemi Jessica Fletcher si sviluppa tra dialoghi vivaci, personaggi bizzarri e uno slancio narrativo che unisce risate e riflessioni. La presenza di Vespasiana, figura impulsiva e ferita, dona un ulteriore elemento di caos: il suo dramma amoroso si intreccia infatti con l’ondata di furti, trasformando l’esistenza di Alice in una sorta di circo dalle mille sorprese.
E, mentre il commissario Lo Cascio affronta la confusione di gestire un’indagine fuori dal comune, la stessa Alice si trova combattuta tra l’attrazione per il poliziotto e la voglia di restare isolata da tutto e tutti.
Le pagine scorrono veloci, grazie a uno stile narrativo semplice e avvincente, che regala sprazzi di comicità e momenti di riflessione. Lo humour si mescola alla voglia di scoprire il colpevole e, in modo del tutto inaspettato, la malinconia s’intreccia al desiderio di proteggere amicizie e ricordi. Questo mix dona freschezza a un romanzo che non si limita al piano investigativo, ma strizza l’occhio alla sensibilità di chi sa cosa significhi perdere un affetto importante.
Per riassumere, il libro di Alice Guerra offre una lettura travolgente: un’avventura tra buffi accadimenti e strategie investigative improvvisate, conditi da un profondo desiderio di riscatto emotivo.
Chi ama le storie brillanti e i personaggi mai banali troverà pane per i propri denti, perché questo romanzo, tra sorrisi e intrecci del cuore, regala istanti di puro divertimento e una prospettiva leggera, anche se capace di toccare corde profonde dell’animo. Un invito a gustare ogni pagina con curiosità e spirito giocoso.
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