Serena Mollicone sarebbe stata uccisa nella caserma dei carabinieri. A confermarlo sarebbero stati gli esami svolti dal Ris. In particolare avrebbero rivelato quella che potrebbe essere la verità alcune investigazioni che sono state compiute su una porta e su una caldaia, che si trovavano negli uffici della caserma e che sono state sequestrate.
Secondo i carabinieri, la porta e la caldaia avrebbero degli spigoli che sarebbero estremamente compatibili con le ferite riportate da Serena Mollicone e con i frammenti di legno che sono stati trovati all’interno del corpo della ragazza.
Gli investigatori ritengono che il margine di errore sarebbe infinitesimale. Le rilevazioni compiute dai carabinieri saranno presentate alla Procura di Cassino. I pubblici ministeri ritengono che in questo contesto andrebbe inquadrato anche il suicidio del brigadiere Santino Tuzzi, all’epoca in servizio in quella caserma.
Il padre di Serena Mollicone si dichiara soddisfatto delle indagini che sono state eseguite, affermando che si comincia a vedere un senso di giustizia. Coinvolti nella vicenda Franco Mottola, che era comandante della stazione dei carabinieri, dove sarebbe stato consumato il delitto, Marco ed Anna Mottola, moglie e figlio del comandante. Ai tre verranno notificati gli atti di chiusura dell’indagine.
Inizialmente era stato accusato ingiustamente dell’omicidio Carmine Belli, un carrozziere di 38 anni, che è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario, per poi essere riconosciuto innocente. È stato proprio il carrozziere ad aver raccontato di essersi recato dai carabinieri di Arce per segnalare che molto probabilmente aveva visto la ragazza camminare lungo una strada.