Sono 730 le nuove sostanze psicoattive, stando all’ultimo report pubblicato a giugno 2019 dall’EMCDDA (European Monitoring Centre on Drugs and Drug Abuse). Di queste, 55 sono state segnalate solo nell’ultimo anno. Ma cosa sono esattamente le sostanze psicoattive? Con questo termine vengono individuate tutte le sostanze d’abuso, sia in forma pura che in preparazioni, non sottoposte a controllo secondo le due convenzioni delle Nazioni Unite sui Narcotici (1961) e sulle Sostanze Psicotrope (1971) ma comunque potenzialmente pericolose per la salute umana, con possibili conseguenze paragonabili a quelli determinati dalle sostanze ivi incluse.
A spiegarlo è proprio l’ente preposto al controllo europeo delle nuove sostanze in circolazione, che da tempo rappresenta un validissimo sostegno per i Paesi del Vecchio Continente nel riconoscimento e di conseguenza nella lotta alle nuove sostanze che compaiono nel mercato della droga.
Come chiarisce Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della Società Italiana di Psichiatria e professore Ordinario di Psichiatria presso l’Università degli Studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, non sempre è corretto utilizzare il termine “nuovo” per individuare quelle molecole che vengono man mano segnalate sul mercato: il riferimento, spiega Di Giannantonio, deve riguardare “l’insorgenza del loro uso ricreativo”.
“Di frequente, infatti – dice il docente – le NPS sono frutto del ‘riciclaggio’ di prodotti sintetizzati in passato per scopi farmacoterapeutici e spesso abbandonati a causa dei notevoli effetti avversi”. I maggiori rischi derivano da sostanze stimolanti come catinoni sintetici e fenetilamine, che possono causare anche episodi di delirio paranoide, agitazione psicomotoria grave, aggressività, allucinazioni, crisi convulsive, disturbi cardiovascolari, fino ad arrivare anche al coma.